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COPRIFUOCO,
DIVIETI E CHIUSURE
Il piano per fermare il virus

26 Novembre 2020

Nell’ultimo dpcm il premier Conte è stato chiaro: spetta ai sindaci emanare le ordinanze con limitazioni dell’accesso a strade, piazze e vie della movida, per evitare assembramenti e cercare di contenere i contagi da coronavirus, ormai fuori controllo. Ed è a discrezione delle amministrazioni locali adottare ulteriori provvedimenti specifici, a seconda della situazione, per far sì che le misure di contenimento siano ancora più drastiche. In queste ore le regioni italiane si stanno organizzando, ognuna a modo proprio, per frenare l’impennata di nuovi casi, che rischia di sfuggire presto di mano. Da Nord a Sud sono molteplici le indicazioni relative a divieti, chiusure mirate e coprifuoco notturno.

Campania e Lombardia hanno approvato delle ordinanze per proclamare il coprifuoco notturno dalle 23 alle 5 del mattino: per spostarsi in fascia oraria bisognerà attestare di avere una “comprovata urgenza” ed altresì bisognerà nuovamente munirsi di autocertificazione, la stessa già usata in primavera.

Stesso provvedimento anche nel Lazio, dove il coprifuoco scatterà a mezzanotte e sarà in vigore fino alle 5 del mattino; anche in questo caso ci si potrà spostare solo per motivi di salute o lavoro, purché si scarichi l’autocertificazione. Nella Regione è prevista anche la didattica a distanza al 50% alle superiori, esclusi i primi anni, e al 75% all’Università con esclusione delle attività di laboratorio e delle matricole.

In Piemonte e Liguria, invece, è stata scelta per ora una linea più morbida: sono state disposte restrizioni mirate per scuole e negozi, con le serrande abbassate nei centri commerciali durante il weekend. Nel resto d’Italia valgono le regole generali fissate dal governo, ma ulteriori chiusure potrebbero arrivare nei prossimi giorni, se la curva dei contagi da COVID-19 dovesse continuare a crescere.

La Sardegna, infine, si prepara ad un vero e proprio lockdown: il presidente della Regione, Christian Solinas, adotta i provvedimenti annunciati mercoledì scorso per frenare la salita dei casi: l’ipotesi è di uno “Stop&Go” di 15 giorni per le principali attività, con la chiusura di porti e aeroporti per limitare in modo rapido e incisivo la circolazione delle persone e del virus.